Fellowship in Musculoskeletal Tumor Surgery
Harvard University – MGH Massachusetts General Hospital
Da Marzo 1998 a Marzo 1999. L’ultimo anno di specializzazione trascorso in una delle più prestigiose Scuole Mediche al mondo. Il Massachusetts General Hospital (MGH) è l’Ospedale di riferimento della prestigiosa Harvard Medica School.
Prima lunga esperienza lavorativa all’estero, durante l’ultimo anno di specializzazione in Ortopedia, grazie ad una borsa di studio in Oncologia Ortopedica, ottenuta all’Istituto Ortopedico Rizzoli.
L’inizio non è facile e il “cultural shock” si fa sentire. Con il passare del tempo l’esperienza umana e professionale diventa sempre più importante. Il metodo di lavoro statunitense è affascinante, la meritocrazia una costante in tutti gli aspetti lavorativi (non solo in ambito medico). Quella nordamericana non è comunque una società perfetta, ed esiste anche il risvolto della medaglia, visibile e apprezzabile nel tipo di valori di una società consumistica, che si fregia di essere multietnica e multiculturale ma che in realtà è molto poco integrata tra i suoi componenti. Fuori dalle grandi città muta il paesaggio e anche l’animo delle persone: è qui che la generosità e l’istintiva propensione verso “l’aiuto allo straniero” trovano la propria autentica espressione. Vivere e lavorare fuori dal proprio paese – al di la delle difficoltà oggettive giornaliere – porta sempre con se una grande quantità di benefici, soprattutto la chiara visione dei pregi e dei difetti della propria cultura e della società cui si appartiene.
Sul Piano Professionale, il lavoro si è concentrato sull’aspetto clinico e di ricerca nel campo dei Tumori Ossei e della Chirurgia ricostruttiva biologica (Insetti ossei omologhi, Banca dell’Osso), settori nei quali il Prof. Henry Mankin è stato un riferimento a livello mondiale. Del suo grande insegnamento colpiva soprattutto il suo personalissimo modo di interagire con il paziente, l’interesse che egli mostrava sempre verso il malato, facendolo sentire prima di tutto una persona e impostando con egli, un rapporto profondo, di fiducia reciproca, che ha sempre fatto la differenza nel risultato finale del trattamento, giocando a favore del buon esito dello stesso. Ciò ha reso molto chiaro in me che l’aspetto emozionale (inteso in senso ampio, non solo nel rapporto tra medico e paziente ma anche tra il paziente e i familiari e tra questi e la società) rappresenta un fattore assai importante nel processo di cura dalle malattie; questo aspetto è perseguibile e riproducibile al meglio in qualsiasi parte del mondo ed in qualsiasi epoca e non è subordinato alla potenzialità tecnica o economica di un qual si voglia sistema sanitario.
In quello stesso ospedale ho avuto la fortuna di conoscere anche il Prof. MarK Gebhardt che ho seguito nel trattamento dei pazienti ortopedici oncologici pediatrici presso il Children’s Hospital.
Molto proficuo è stato l’incontro con il Prof Daniel Rosenthal, pioniere del trattamento percutaneo dell’Osteoma Osteoide con Radiofrequenze; al mio ritorno in Italia, grazie alle connessioni stabilite con il MGH e con l’aiuto del Prof Campanacci si è dato inizio a questo trattamento anche al Rizzoli di Bologna. Considero ciò, un personale “pay back” al Rizzoli, per avermi concesso di vivere questa esperienza bostoniana.
Ringrazio la Scuola di Specializzazione in Ortopedia del Rizzoli, ed in particolare il compianto Prof. Mario Campanacci per questa grande occasione di crescita. Questa esperienza americana è risultata in una crescita personale, non solo professionale. Alcune delle amicizie nate in quel periodo sono ancora vive e lo spirito di curiosità e avventura, la voglia di mettersi in gioco, non mi hanno ancora abbandonato.
MZ