Affidarsi a un farmaco o a un trattamento fisioterapico senza aver prima indagato le cause del problema può essere di scarso o nessun aiuto o addirittura deleterio per il paziente.
La Lombalgia (cioe’ il mal di schiena) non e’ una malattia ma un sintomo e come tale deve essere attentamente studiato per identificarne le cause; solo in tale maniera e’ possibile fornire una risposta efficace in merito al trattamento piu’ appropriato. Il mal di schiena può presentarsi in diverse patologie, sia di tipo ortopedico che di altra natura.
In generale, nella pratica medica, il trattamento nasce sempre da una corretta diagnosi; ciò è vero anche e soprattutto per la Lombalgia. Affidarsi a un farmaco o a un trattamento fisioterapico senza aver prima indagato le cause del problema può essere di scarso o nessun aiuto o addirittura deleterio per il paziente. Per prima cosa è necessario diagnosticare la causa della lombalgia per poi impostare il trattamento più adatto.
Tra le cause “ortopediche” più comuni vi sono le Contratture Muscolari da Sovraccarico (il cosiddetto “colpo della strega”) dove una contrattura del muscolo –provocata da uno sforzo eccessivo o in posizione non corretta- provoca dolore acuto. In questo caso il trattamento sarà il riposo assoluto, unito a una terapia antinfiammatoria e miorilassante.
Molto frequente è il mal di schiena legato all’Artrosi della colonna vertebrale: è una tipica storia di dolore cronico di base, sul quale accadono periodicamente peggioramenti dei sintomi. Un esame RX potrà confermare la diagnosi. Il trattamento si avvale di cure mediche e soprattutto fisiche: il Fisioterapista ha un ruolo cardine, così come le buone abitudini di vita (incluso il controllo del peso corporeo e la non sedentarietà).
Nell’adulto non anziano, di solito dalla terza e sino alla quarta o quinta decade di vita, una degenerazione del disco vertebrale può causare un’Ernia del disco stesso. Il disco vertebrale è assimilabile a un cuscinetto che serve da ammortizzatore e collante tra le ventiquattro vertebre del rachide cervicale, dorsale, lombare e l’osso sacro. Nei due punti più mobili della colonna (rachide cervicale e lombare), questo disco morbido può deteriorarsi con l’uso; a ciò consegue l’espulsione di una sua parte con relativa irritazione dei nervi che sono contenuti nel canale vertebrale e che portano la sensibilità, i riflessi e la forza muscolare agli arti superiori (rachide cervicale) o agli arti inferiori (rachide lombare). Agli arti inferiori, nello specifico, quando il dolore lombare (lombalgia) si somma al dolore neurologico (sciatalgia), si parla di Lombosciatalgia. La diagnosi è prima di tutto clinica (visita specialistica con esame ortopedico e neurologico) poi strumentale (Risonanza Magnetica) e deve includere un’attenta localizzazione del livello anatomico. Il trattamento dell’ernia del disco non è per forza chirurgico e comunque deve essere sempre iniziato con un serio tentativo medico e fisioterapico.
Nell’anziano, una debolezza strutturale del corpo vertebrale legata all’osteoporosi può generare, a seguito di un banale movimento o addirittura solo per via del peso corporeo, un Crollo Vertebrale cioè una frattura su base osteoporotica: il corpo vertebrale collassa come un mattone di sabbia in un muro, perdendo la sua altezza. Anche in questo caso un RX è più che sufficiente nel confermare la diagnosi, altri esami in fase acuta sono spesso eccessivi. Il trattamento in fase acuta si avvale del riposo assoluto associato all’uso di busti ortopedici specifici. A volte la Vertebroplastica (cioè un’iniezione di cemento nella vertebra crollata) può aiutare nella gestione del dolore. La Densitometria Ossea è un utile strumento di diagnosi precoce dell’osteoporosi, inclusa quella vertebrale. Al momento i Difosfonati rappresentano la più ragionevole proposta farmacologica al contenimento dell’osteoporosi, anche se i dati in letteratura non sono univoci nell’affermare la loro effettiva efficacia.
Da non sottovalutare è il dolore di natura neoplastica cioè legato a Tumori dell’osso (originati primariamente nell’osso stesso oppure metastasi da altri tumori presenti nel corpo). In questo caso la lombalgia ha una lunga storia di episodi di mal di schiena più o meno intenso, associato a volte a calo del peso corporeo, stanchezza e febbricola; se poi nella storia clinica del paziente vi sono notizie di tumori già trattati o in fase di trattamento, non bisogna certo trascurare un dolore persistente alla schiena.
Come già detto, è importante ricordare che non esistono solo cause “ortopediche” al mal di schiena. Una Lombalgia può essere presente anche nella Calcolosi Renale o Vescicale, Nella patologia Vascolare dell’Aorta e dei grandi vasi addominali, in diverse problematiche ginecologiche come ad esempio l’Endometriosi o la Fibrosi Uterina, nella patologia del Pancreas (incluso l’insidioso Tumore del Pancreas).
Quindi, in caso di dolore alla schiena:
Se il dolore è acuto in assenza di traumi e non vi sono precedenti episodi simili nella storia del paziente: mantenere il riposo assoluto al letto, usando (con discrezione e ragionevolezza) un antinfiammatorio, associandolo eventualmente al miorilassante.
Se il dolore è di vecchia data o recente ma persistente da alcuni giorni: consultare il proprio Medico di base che potrà iniziare un percorso diagnostico e terapeutico che prevederà la valutazione Ortopedica e l’esecuzione di alcuni esami radiologici e/o ematologici, il trattamento medico, fisioterapico, raramente quello chirurgico.
MZ