Fino ad alcuni anni fa il trattamento era basato soprattutto su interventi chirurgici estremamente demolitivi; recentemente ha guadagnato autorevolezza a livello mondiale il Metodo Ponseti.
Il Piede Torto Congenito (PTC) è la più comune deformita’ ortopedica tra i neonati. In Italia colpisce circa 1 bimbo su 1000. Ad onor del vero, esistono 4 diverse varietà di PTC (alcune gravissime, altre meno gravi) ma viene comunemente identificato come PTC, il Piede Equino Varo Supinato (per l’appunto una delle 4 varietà suddette, grave e frequente).
Le cause sono ancora sconosciute ma molto probabilmente si tratta di un disordine genetico. I genitori non hanno alcun ruolo ne colpa nello sviluppo della malattia: non c’è alcun motivo da parte loro nel sentirsi in colpa per avere un figlio affetto da PTC.
Fino ad alcuni anni fa il trattamento era basato soprattutto su interventi chirurgici altamente demolitivi e in misura minore su manipolazioni e gessi. Recentemente ha guadagnato autorevolezza a livello mondiale il Metodo Ponseti (che prende il nome dal suo ideatore, il Dr. Ignacio Ponseti – un medico Spagnolo che ha lavorato negli Stai Uniti) che ha standardizzato la vecchia tecnica di manipolazione e confezionamento di gessi progressivi con risultati eccellenti e limitando al massimo la necessità di eseguire interventi chirurgici.
Il trattamento ha inizio circa 2 settimane dopo la nascita. Nel frattempo i genitori sono invitati ad eseguire gentili manipolazioni al piedino del piccolo e curare con attenzione lo stato della cute (utilizzando creme nutritive per la pelle) in maniera da preparare il neonato al meglio per l’inizio del trattamento.
Durante la seduta settimanale dall’Ortopedico si procede a manipolare il piedino torto e a confezionare un gesso (dalla coscia al piede) con lo scopo di stirare le strutture capsulari e tendinee della parte interna del piede. In tale maniera le articolazioni e le ossa del piede sono gradualmente riportate in una posizione corretta. Il gesso è ripetuto ogni settimana in media per 5-7 volte.
E’ necessario iniziare presto il trattamento per avvalersi dell’alta elasticità e deformabilità ossea ed articolare del neonato.
A fine trattamento in gesso si esegue quasi sempre la sezione (tenotomia) del Tendine d’Achille, che consente di riportare definitivamente la caviglia nella posizione corretta. L’intervento è eseguito in anestesia attraverso un piccolo taglietto sulla cute sopra al tallone. Si esegue quindi un gesso che viene mantenuto per 3 settimane. Il Tendine d’Achille tagliato si ricostituirà nella sua appropriata lunghezza durante le 3 settimane di gesso.
Il Mantenimento della correzzione avviene per mezzo di un Tutore in abduzione. Questa fase è la più importante di tutto il trattamento; non aderire al protocollo a questo punto metterebbe in serio pericolo di ripresentarsi della situazione di partenza in quanto la deformità tende a riproporsi anche dopo la correzione. Il Tutore consiste in una barra dritta regolabile in lunghezza a cui sono attaccate alle estremità le scarpine. La lunghezza della barra e le dimensioni delle scarpine variano con la crescita del piccolo paziente. Il Tutore è mantenuto per 22- 23 ore al giorno nei primi tre mesi poi (progressivamente) solo nelle ore notturne e durante i sonnellini diurni; si abbandona orientativamente al compimento del 4° anno di vita.
Durante le prime notti il mantenimento del tutore può essere fastidioso e generare pianto e nervosismo nel bambino; è necessario non lasciarsi condizionare da tale situazione e perseverare nel mantenimento del tutore. Trascorso qualche giorno il tutore sarà pienamente accettato dal bambino (e ci si augura, anche dai Genitori) e dovrà essere mantenuto con le indicazioni fornite dal chirurgo ortopedico. Il tutore dovrà essere utilizzato solamente dopo la fase preliminare di gessi ed eventuale tenotomia dell’Achille.
NOTA BENE: utilizzare correttamente il tutore in abduzione abbassa il rischio di recidiva (cioè il ripresentarsi della malattia) del 90%, non usarlo o usarlo male può portare a circa il 70- 80 % di recidive.
Durante il mantenimento del tutore le visite ortopediche verranno programmate ogni 3-4 mesi inizialmente poi a cadenze meno frequenti. Dopo la dismissione del tutore le visite saranno almeno annuali sino alla raggiunta maturità ossea (14 anni per le femmine e 17 anni per i maschi).
TENDENZA AL RIPRESENTARSI DELLA MALATTIA (RECIDIVA)
E’ possibile. Se ciò avviene entro i primi 2-3 anni di vita si può riprovare con le manipolazioni e i gessi; a volte potrebbe essere necessario un trattamento chirurgico che sarà tanto più sostanzioso quanto grave il grado di deformità presente.
COSA ASPETTARSI PER IL FUTURO DEL PICCOLO AFFETTO DA PIEDE TORTO CONGENITO
Sarà piede quasi normale, lievemente più piccolo così come il muscolo del polpaccio. Il grado di differenza con un piede sano, dipende dalla severità del PTC all’esordio ma normalmente non causa alcun problema funzionale; potrebbe essere notato dal bambino quando diventerà adolescente causando qualche problema di “immagine” che però tenderà ad essere dimenticato nel giro di qualche anno (specie se ci si è preparati all’accettazione psicologica). Adulti e bambini trattati con il Metodo Ponseti per il Piede Torto Congenito possono partecipare ad attività sportive come qualsiasi altro, raggiungendo anche ottimi risultati e diventando eccellenti atleti.
MZ