Patologia complessa, variabile nella sua gravità, le cui cause – spesso sconosciute – condizionano e limitano il trattamento.
Per Scoliosi s’intende un alterato assetto della colonna vertebrale sul piano frontale. La Scoliosi è nota sin dall’antichità ed è così popolare tra gli ortopedici che nel 1741, un “albero scoliotico” è divenuto simbolo dell’Ortopedia. La Scoliosi è molto frequente nella popolazione mondiale: più del 10% degli adolescenti presenta una forma lieve di scoliosi ma solo il 2-3% necessita di un trattamento. Nella maggior parte dei casi, la Scoliosi si nota in età pediatrica, specie nella seconda decade di vita ma alcune forme possono conclamarsi anche nell’adulto (soprattutto le Scoliosi su base artrosica, molto frequenti nei soggetti di età superiore ai 60 anni).
La colonna vertebrale è composta di ventiquattro vertebre, alle quali si associano il sacro e il coccige (che sono corpi ossei unici pur derivando dalla fusione di più corpi vertebrali). In condizioni normali, la colonna vertebrale si presenta sempre dritta sul piano frontale e curva su quello laterale (al fine di mantenere l’equilibrio e la stazione eretta). L’alterato assetto (normalmente lineare) delle vertebre sul piano frontale viene per l’appunto detto Scoliosi, mentre le anormalità di curvatura sul piano laterale sono dette Ipercifosi e Iprelordosi. Nelle scoliosi di media e alta gravità, alla curva frontale, si associa sempre una componente laterale e rotatoria, configurando deformità cifo-scoliotiche particolarmente complesse. Possiamo quindi interpretare la Scoliosi, come il prezzo che la specie umana ha dovuto pagare nel corso della propria evoluzione, per fare affidamento su di un raffinato sistema articolare di connessione tra gli arti superiori e inferiori.
La Scoliosi in se non è una malattia ma un segno clinico che può essere presente in diverse patologie. Esistono diversi tipi di Scoliosi. Alcune forme particolarmente gravi sono secondarie a malattie genetiche, neuromuscolari o metaboliche. Più frequentemente però, le Scoliosi non sono gravi; la maggior parte di queste forme lievi rientra nella categoria delle cosiddette Scoliosi Idiopatiche. Il termine “idiopatico” significa che non si conoscono le cause che hanno portato alla Scoliosi. Ciò implica la conseguente difficoltà a trattare queste patologie non potendo agire sulla causa del problema, essendo questa per l’appunto, sconosciuta. Secondo gli studi più recenti, possibili cause, sia genetiche che ambientali possono essere responsabili della Scoliosi Idiopatica. A volte, anche una differenza di lunghezza degli arti inferiori o precedenti interventi di chirurgia toracica in età pediatrica, possono generare secondariamente, delle curve scoliotiche. E’ compito del medico, eseguire una corretta diagnosi identificando una possibile causa della Scoliosi al fine di proporne il trattamento corretto.
Tra tutte le Scoliosi, le Idiopatiche (cioè quelle a causa sconosciuta) rappresentano l’80% dei casi e compaiono prevalentemente in età infantile e puberale. La Scoliosi Idiopatica – soprattutto nelle sue forme più gravi- colpisce prevalentemente le femmine (sette volte più dei maschi) e riconosce una certa costanza nell’ambito familiare (i figli di genitori scoliotici hanno un rischio dieci volte maggiore di contrarre essi stessi la scoliosi).
La Scoliosi, ovvero la non linearità della schiena sul piano frontale, si può apprezzare con un esame clinico nel quale sono presi riferimenti a livello delle spalle e del bacino per verificarne la simmetria; un altro importante elemento che l’esame clinico può verificare è la presenza o meno del gibbo, che configura una componente rotatoria ed è particolarmente accentuato nelle forme gravi. Nella Scoliosi grave il tronco è accorciato asimmetricamente, raramente vi è dolore (nelle forme più gravi può essere presente e associato a rigidità della colonna vertebrale) così come una certa difficoltà alla respirazione sotto sforzo.
Nel sospetto di una Curva Scoliotica sarà lo specialista, dopo aver visitato il paziente, a indicare l’esame radiologico più appropriato; di solito una radiografia di buona qualità è più che sufficiente per classificare una Scoliosi Idiopatica (sulla radiografia saranno calcolati gli angoli della curva e le caratteristiche della stessa e ci si potrà fare un’idea sull’attesa di crescita ossea del soggetto). TAC e Risonanza magnetica sono riservate ai rari casi nei quali si sospetta una forma secondaria.
Una volta eseguita la diagnosi clinica e radiografica, si pone il problema del trattamento; nel processo decisionale bisogna considerare il tipo di curva e l’età del soggetto, tenendo soprattutto presente che la tendenza delle curve scoliotiche idiopatiche è quella di crescere con la crescita ossea e di arrestarsi con la maturità ossea, anche se le eccezioni sono sempre possibili. La Scoliosi è una malattia evolutiva, che può peggiorare col tempo: una piccola curva in un adolescente potrebbe aggravarsi con gli anni sino a divenire evidente o sintomatica nell’età adulta. Ciò equivale a dire che la diagnosi e il trattamento della Scoliosi di per sé non possono essere confinati in uno spazio temporale definito ma devono essere verificati a cadenze costanti. Scoliosi modeste possono peggiorare soprattutto a ridosso della pubertà e da un semplice monitoraggio bisogna quindi passare al trattamento, oppure forme più gravi possono risentire positivamente del trattamento con conseguenti previsioni più ottimistiche, in altri casi la curva può progredire nonostante le cure ortopediche e richiedere un trattamento chirurgico. La Scoliosi è in definitiva un classico esempio di quanto imprevedibile sia la natura, di quanto ancora molto ci sia da scoprire in campo medico e di come la scienza abbia ancora molta strada da fare per trattare al meglio i problemi medici che ci affliggono.
La terapia della scoliosi ha lo scopo di bloccare la progressione della curva (in rari casi si può assistere anche a un suo miglioramento). Nel decidere se iniziare o meno un trattamento, l’obiettivo di un miglioramento estetico è molto importante e ciò è una eccezione in campo ortopedico, dove regolarmente viene sempre data molta enfasi alla cura della funzione e quasi mai a quella dell’estetica. A oggi, l’unica terapia scientificamente comprovata essere efficace è l’uso del Busto Ortopedico; in commercio esistono diversi modelli, con caratteristiche peculiari per adattare al meglio il trattamento secondo il tipo di curva scoliotica e dell’età. Il busto, per essere efficace, deve essere indossato per un congruo numero di ore al giorno e di solito per diversi anni. Ed è qui che nascono i problemi, soprattutto di natura psicologica: la difficoltà ad accettare e proseguire per anni il trattamento può drammaticamente inficiare il buon esito dello stesso. E’ compito dello specialista che prescrive il busto, indagare e lavorare anche sulla sfera emotiva e verificare che le indicazioni fornite siano seguite. Il paziente e i familiari che intraprendono un percorso di trattamento con il busto ortopedico, non devono essere lasciati al loro destino; in quest’ottica, controlli seriati sia clinici che radiografici sono altamente raccomandati.
Ovviamente non è necessario mettere il busto a tutte le scoliosi; esistono limiti di gravità al di sotto dei quali è più ragionevole un monitoraggio temporale della Scoliosi e ciò è vero per la maggior parte dei pazienti.
Molto importante è il ruolo della Fisioterapia Posturale nel riequilibrare funzionalmente la colonna (agendo soprattutto sul ruolo di “tirante” dei muscoli). Sia pur priva di un database scientifico che supporti le proprie affermazioni, la Fisioterapia ha svolto e continua a svolgere un ruolo molto importante nel trattamento della Scoliosi, sia da sola, sia in associazione al trattamento con Busto o alla Chirurgia. In linea generale, nelle forme lievi di Scoliosi, la Fisioterapia è un ottimo approccio terapeutico. Nelle forme intermedie la Fisioterpia può affiancarsi al Busto. Nelle forme gravi di Scoliosi è invece indicato il trattamento chirurgico, eseguito da Chirurghi Vertebrali con esperienza in tale campo; ad essi si rimanda per una valutazione preoperatoria e per il trattamento.
La Scoliosi è una patologia complessa, variabile nella sua gravità, le cui cause –spesso sconosciute- condizionano e limitano il trattamento. La collaborazione tra le varie figure mediche, il fisioterapista, il tecnico ortopedico e il paziente ed i suoi familiari, sono una premessa indispensabile per un trattamento dall’esito positivo.
MZ